Leucoplachie

Il termine “leucoplachia” dovrebbe essere utilizzato per definire placche bianche di rischio incerto avendo escluso altre malattie o disordini che non portano ad un aumento del rischio di carcinoma orale.   Il rischio di trasformazione carcinomatosa, per tale lesione, varia dal 4% al 15-16%, ma, in realtà, le leucoplachie più a rischio, vengono asportate, quindi non si può stabilire con esattezza la predicibilità di trasformazione maligna.

Non tutte le leucoplachie hanno lo stesso rischio di evolvere in cancro: andiamo dall’1-2 % delle forme più benigne al 40% delle forme più maligne.

I fattori che influenzano questo rischio sono:

  • La sede della lesione: le più a rischio sono lingua, pavimento orale e trigono retro molare, che, rappresentando le aree più declivi del cavo orale, sono caratterizzate da un maggiore ristagno di saliva;
  • La presenza di displasia, ossia l’unico fattore istologico rilevante, in quanto la diagnosi è clinica e non si basa su reperti istologici specifici.
  • La presenza di una storia di pregresso carcinoma.

Le leucoplachie si distinguono in omogenee e non omogenee. Le omogenee rappresentano il 70-80% e hanno un rischio di cancerizzazione inferiore al 5%. Si presentano, generalmente, come una placca, con superficie liscia o rugosa. Sono rappresentate da:

  • Leucoplachia piana: è la più frequente, di colore biancastro, si presenta con aspetto uniforme, piana o lievemente rilevata rispetto ai piani circostanti;
  • Leucoplachia corrugata: macchia biancastra omogenea con aspetto superficiale moderatamente rilevato e irregolare. Per lo più si presenta a livello del ventre linguale e del pavimento orale;
  • Leucoplachia plicata: frequente nei fumatori, molto rara, spesso interessa aree molto vaste. Si presenta con un aspetto ipercheratosico ondulato e omogeneo, è tipica dei masticatori di tabacco;
  • Leucoplachia a pietra pomice: si presenta con sottili strie biancastre concentriche, è tipicamente associata all’ uso del tabacco.

Le leucoplachie non omogenee, invece, possono presentare aree di arrossamento che portano ad avere un aspetto variegato, ulcerazioni, ispessimento nodulare, materiale cheratinico sulla superficie. Esse comprendono:

  • Leucoplachia verrucosa proliferativa: forma caratterizzata da elevato rischio di cancerizzazione che, contrariamente alla norma si manifesta prevalentemente nei soggetti di sesso femminile (4:1). Si estende in ampiezza e può evolvere prima in carcinoma verrucoso, poi in carcinoma squamoso ben differenziato;
  • Leucoplachia nodulare: tipica della regione retro commissurale, appare di aspetto disomogeneo, con minuscole formazioni simil nodulari di colore biancastro. E’ frequentemente associata a sovra infezione da Candida. Si è visto che, allontanando il micete, la lesione diventa omogenea. È una forma molto rara, presente per lo più nei forti fumatori e negli HIV-positivi;
  • Leucoplachia ulcerata: presenta profonde fessurazioni sanguinanti. L’ interruzione della membrana basale che la caratterizza ne determina l’elevato potere displastico;

Eritroleucoplachia: lesione costituita da aree leucoplasiche frammiste a zone eritroplasiche, depresse. Ha il più alto rischio di evolvere in carcinoma.

Nell’ accertamento della displasia nelle leucoplachie, sicuramente il metodo più indicato è la biopsia. Importante è la scelta della sede dell’autopsia: nelle lesioni bianche va effettuata a livello delle zone irregolari, nelle lesioni eritroleucoplasiche in corrispondenza delle aree rosse. La biopsia deve comprendere la lesione, o parte di essa, e parte della mucosa normale circostante. Fondamentale, inoltre, è la sua estensione in profondità.

Eritroplachia

L’eritroplachia è una lesione di colore rosso del cavo orale, di aspetto vellutato, che di solito non può essere ricondotta, né clinicamente, né istologicamente, ad una patologia specifica. Nella forma pura è una patologia estremamente rara. Ha una maggiore incidenza oltre i sessanta prevalente nel sesso maschile, e nei pazienti bevitori e fumatori. Le sedi preferenziali sono il palato molle al confine con il palato duro, la lingua e il pavimento orale.  Al cospetto di una eritroplachia è necessario effettuare un prelievo bioptico. Infatti data l’elevata incidenza di carcinomi invasivi (51%) e carcinoma in situ-displasia grave (40%) la si considera come una lesione oncologica maligna già in atto. La lesione appare di colore rosso perché l’epitelio è atrofico, con un’alta attività rigenerativa, ed è accompagnata da un forte dolore, in particolare durante la masticazione.