Calcoli salivari
I calcoli salivari sono delle masse solide, esse sono causate dalla cristallizzazione di alcune sostanze chimiche presenti nella saliva. Le loro dimensioni possono variare e si trovano maggiormente nel dotto escretore delle ghiandole sottomandibolari o Parotidee (dotto di Wharton e dotto di Stenone). Solitamente la calcolosi è monolaterale colpendo solo la ghiandola di uno dei due lati. All’esordio appare un gonfiore a livello della guancia nel caso la ghiandola interessata sia la Parotidea, tra l’angolo della mandibola e il collo nel caso si tratti della Sottomandibolare, nel pavimento della bocca nel caso della Sottolinguale. Altri sintomi dei calcoli salivari possono essere: dolore al collo, alla mandibola e al viso, infezione della ghiandola con arrossamento e dolore associato alla masticazione. La diagnosi dei calcoli salivari viene effettuata attraverso raggi X, ma possono essere effettuati anche altri esami come una TAC, una risonanza magnetica, la scialografia, o un’ecografia a ultrasuoni. I calcoli salivari vengono espulsi naturalmente in certe occasioni, qualora ciò non avvenga, si può tentare di stimolare il flusso salivare per aiutare la loro espulsione. Se questo primo tentativo non risulta risolutivo, si può optare per una spremitura manuale o utilizzando una piccola sonda. Nei casi più gravi risulterà necessaria una rimozione chirurgica dei calcoli. Il vero problema, però, è quello di evitare il loro ripresentarsi. Al momento infatti non sono ancora note tutte le cause che possono provocare l’insorgenza dei calcoli salivari. Risulta comunque chiaro che i fattori di rischio possono essere una cattiva igiene orale, un’alterata composizione della saliva, che risulterebbe così più densa.